lunedì 21 aprile 2014

La sua bicicletta

Ecco la bici con la quale Alfredo ha effettuato il suo viaggio. Si tratta di una Prinetti &Stucchi, che più avanti descriverò con maggiore dovizia di dettagli. Attualmente è conservata nella casa-museo di Alfredo, detta Il Cardello, a Casola Valsenio. Lui la acquistò a Bologna tre anni prima del suo viaggio, quindi nel 1894.



Strumento così semplice ed essenziale, infatti, la bici fissa obbliga a scendere di sella nelle ripide salite e discese. E’ costretto a farlo anche lui, sebbene più giovane e allenato di me. Ma scendere di sella, per noi ciclisti dello scattofisso, non rappresenta un’ignominia e tantomeno una ferita d’orgoglio. Condurre la nostra bici per mano è un po’ , credo, come per un generoso cavaliere scendere dal proprio destriero troppo affaticato. Fargli strada conducendolo d’innanzi per le redini, e infondendogli coraggio e fiducia affinché non si perda d’animo. Affinché non si aggravi la sua debolezza fisica e psicologica. Secondo Alfredo, il mio valoroso prodromo, il mio amico solitario, “il cavallo è un servo, al quale bisogna usare dei riguardi, perché è impossibile non amarlo: la bicicletta invece è una scarpa, un pattino, siete voi stessi, è il vostro piede diventato ruota, è la vostra pelle cangiata in gomma, che scivola sul terreno allungando il vostro passo da settantacinque centimetri ad otto metri, cosicché ogni chilometro non è mai più lungo di due minuti”. [Alfredo Oriani, La bicicletta, Longo, Ravenna, 2002, p. 48]

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