mercoledì 13 agosto 2014

Nulli cedit: cronaca di una falsa partenza

Alle cinque del mattino il paese è già sveglio; l’aria fresca i batte sul volto ancora sonnolento, mentre guardo incantato l’isoletta verde in mezzo al fiume secco. […] Dopo un miglio l’erta diventa faticosa, l’aria frizzante, il verde intenso; un boschetto di abeti scuote le teste esili al disopra delle prime svolte. Perché ostinarmi in sella? Forse potrei vincere la salita, ma so di avere dinnanzi dieci erti chilometri e che non potrei superarli tutti”.




Vinto e respinto dall’Appennino! La mia breve ricognizione del percorso mi vede sconfitto già alla prima vera salita: il passo del Carnaio. Alfredo mi aveva ben avvisato, ma io – presuntuosamente – credevo di essere allenato per affrontare quelle asperità, cavalcando circa trenta chili, bici + bagaglio (oltre ai miei ottanta di stazza, che dovranno diventare almeno 75, prima del prossimo tentativo!).
Come sostiene correttamente il rinomato antropologo francese Marc Augé (nel suo bel libro Il bello della bicicletta), rimembrando i suoi tempi andati quando era spesso sui pedali, “il corpo a corpo con lo spazio era una prova inedita ed esaltante di solitudine. Il corpo a corpo con me stesso era un’esperienza intima, scoprivo le mie possibilità e i miei limiti: non si può barare con la bici. Qualsiasi eccesso presuntuoso viene immediatamente punito”.
Si, non si può barare con la bici, ed il mio eccesso di presunzione mi stava punendo gravemente.
È andata così: partito di buon ora da Santa Sofia (come Alfie, le mie 6 equivalgono infatti alle sue 5 del mattino, non essendoci ai suoi tempi l’ora legale), ho affrontato con l’aria fresca e frizzante i primi tornanti. 

lunedì 11 agosto 2014

The Dark Side of the Moon. Arrivo sulla luna

Questa è la notte di San Lorenzo, ed io ho deciso che meritava andare ‘sulla luna’ per vedere meglio le proverbiali stelle cadenti. L'agriturismo dove ho trovato rifugio, ad un paio di chilometri da Santa Sofia, si chiama appunto La Luna.
Fin qui ho lasciato parlare il mio amico e compagno di viaggio Alfredo. Tutto ciò che lui vide oltre 110 anni fa è rimasto più o meno lo stesso, a parte le tante, troppe case e l’odioso traffico delle innumerevoli e arroganti automobili!
Mi sovviene una citazione tratta da un diario di viaggio di Samuel Longhorne Clemens (1835-1910), meglio noto con lo pseudonimo di Mark Twain, un viaggio fatto nel 1895 (solo due anni prima del viaggio di Alfredo) nelle lontane colonie britanniche, da cui è scaturito appunto il libro intitolato “Seguendo l’Equatore”, uscito due anni dopo. Ecco la citazione:

“Ognuno di noi è una luna: ha un lato oscuro che non mostra a nessuno”. Tutto qui. Forse un po’ banale, ma molto azzeccata.  Che i Pink Floyd avessero pensato a Twain componendo il loro disco?


domenica 10 agosto 2014

Arrivo a Santa Sofia

Questa prima tappa non ha presentato grandi difficoltà, se escludiamo il fastidioso traffico agostano e domenicale, che dopo le 8 ha iniziato a intensificarsi notevolmente.
Gli ultimi 10 km però hanno qualche pendenza che si sente nelle mie gambe troppo poco allenate.

Santa Sofia





Civitella

“Debbo salire a Civitella. La valle si restringe, il letto del fiume diventa più sassoso […] spesseggiano i ponti, il sole comincia a declinare e si leva un tenue scirocco. Adesso mi pare di essere in viaggio da molti giorni. […] Nella piazza di Civitella trovo un gruppo di ciclisti: beviamo insieme qualche bicchier d’acqua imbiancata da poche goccie di anice, e in sella. […] L’Appennino che dovrò salire domani sbarra l’orizzonte sembrando anche più alto, in un colore fumido e violetto: la valle è finita dentro a un canale formato dai due contrafforti”.

Anche io, curiosamente, ho incontrato un ciclista del quale ho preso la comoda scia per un breve tratto di qualche chilometro. Però niente anisette...

Pescatori nel fiume Bidente

Galeata

Galeata

Cusercoli

“Adesso i contrafforti si spezzano e si ammonticchiano. La strada sale e scende, si attorciglia, si raccorcia in spirali […]. Non importa, premendo più vigorosamente sui pedali, trionfo. […] La valle aumenta di bellezza. […] Ecco Cusercoli, più bello e più piccolo di Meldola; un castello diroccato […] lo minaccia ancora dall’alto”.


Meldola

“Appena fuori dell’ombra, che quattro filari di platani addensano sulla strada dandole una triste aria di passeggio pubblico, nello svoltare come le rotaie del tramvai verso Meldola, mi è sembrato di entrare in un altro mondo. […] I primi colli si disegnano nettamente poco lungi, e il pendio cresce insensibilmente; quindi abbasso la testa sul manubrio. […] Ancora poche svolte e Meldola compare su di un poggiolo ricinto da colli più alti, in mezzo ad una distesa di campi. Un avanzo di rocca la domina. […] Traverso il paese lungo e dritto, un po’ umido e quasi buio, per fermarmi in piazza”.


Il filare di platani che porta a Meldola

La rocca

Finalmente: Sul pedale

Sono partito di buon ora, poco dopo l’alba. La temperatura si preannuncia molto alta, quindi meglio avviarsi presto. Alfredo partì da Faenza, io parto dal mio buen retiro di Milano Marittima, ma dopo circa 20 chilometri, all’altezza di Forlimpopoli, ho incontrato il suo stesso percorso, che descrivo con le precise parole di Alfredo, le quali – a mio modesto avviso – rimangono attualissime (lo verificheremo assieme, se volete).



"Sono partito. […] Era domenica e festa di non so quale Madonna. […] Qualche cosa ha sussultato in fondo al mio spirito. […] Il sole cadeva acciecante, non una bava di vento. […] Tiro su i calzoni a mezza coscia […] salto in sella e dò il primo colpo di pedale […]. Andrò per Forlì e Santa Sofia, valicherò la doppia giogaia dell’Appennino al Carnaio e a Mandriole, salirò ai conventi de La Verna e di Camaldoli. […] Sotto il sole, in maglia, colle gambe nude e il piccolo berretto rigettato sulla nuca perché i raggi mi battano bene sulla fronte e ne caccino l’ombra fredda, che vi si appiatta dentro da tanti mesi. È il primo viaggio vero della mia vita intrapreso così senz’altro scopo che di viaggiare. Quante volte ne avevo sognato da giovane!"
Sul canale di Cervia

Attraversando le saline all'alba

sabato 9 agosto 2014

Ultimi preparativi per la partenza

Oggi pomeriggio l’ho dedicato ai miei preparativi: controllo del mio ‘muletto’ Cinelli, preparazione del bagaglio, verifica di tutti gli attrezzi e dei ricambi necessari, un’ultima occhiata al percorso. Ecco più o meno come ho sistemato il mio mezzo di trasporto: davanti, la mia piccola tenda (di sola emergenza e che, come già detto, spero di non dover usare) ed un grosso catenaccio di sicurezza per incatenare la bici. Dietro sacco a pelo, due fantastici borsoni da viaggio Ortlieb, una marca tedesca, pieni quasi all’orlo, e sopra il sacco a pelo. Alla bici ho cambiato tempo fa solamente la sella: ho preferito questa splendida Brooks (una limited edition molto gentilmente regalatami dalla Brooks per aver fatto parte del loro team e indossato la maglia del loro comodissimo marchio di abbigliamento ciclistico PEdALED durante l’ultima Eroica, a Gaiole in Chianti). Questa è una sella di una comodità assoluta e soprattutto di una resistenza senza uguali.


Domani mattina, appena sveglio, mi metterò sui pedali

mercoledì 6 agosto 2014

Quasi “sui pedali”

Il mio non sarà un viaggio fuori dal tempo. E neppure contro il tempo. Non sarà né alla ricerca dell’esotismo, né tantomeno del pericolo. Non sarà una rotta avventurosa. Non sarà né un vagabondaggio, né un moderno nomadismo. Non sarà un’esperienza on the road. Sarà solo un modesto percorso di un modesto viandante, spero sia di crescita che di piacere. Un breve tragitto, ma mi auguro tutto da vivere e da narrare.

martedì 5 agosto 2014

Pronto per la partenza?

Inizierò da una breve ricognizione, di qualche giorno. Servirà per testare la mia preparazione, non solo fisica. Sarà utile anche a verificare l’adeguatezza del mio mezzo e la corretta scelta dello stretto necessario per viaggiare. Sul mio taccuino di viaggio (firmato Rapha, regalatomi a Londra dal mio amico del cuore) ho preparato anzitempo alcuni elenchi di ciò che reputo l’indispensabile per un viaggio a pedali: utensili, ricambi di scorta, igiene e sanità, abbigliamento, attrezzatura varia (fra cui Kindle, iPad e iPod, ovviamente, oltre al fedele Garmin e ad una minuscola GoPro). Piccola tenda e sacco a pelo sono di sola emergenza (e spero di non doverli usare).

sabato 2 agosto 2014

Sgambata propiziatoria in MTB

Uno dei miei problemi maggiori è quello di tenermi in allenamento: il lavoro, come per molti, inibisce una preparazione al viaggio in bici comme il faut. Però appena posso, cioè quando sono nel mio buen retiro al mare, perlopiù nei week end, mi faccio delle belle sgambate, anche in MTB. I luoghi che mi circondano, come le saline o il Parco del Delta del Po, sono incantevoli, ancora meglio se frequentati in buona compagnia! In un suo gioioso racconto, anche Alfredo narra di una splendida gita in bici in queste zone.

venerdì 1 agosto 2014

Il viaggio in direzione dei miei sogni

"Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni! Vivi la vita che hai immaginato". Così scriveva centocinquanta anni fa Henry David Thoreau.
Thoreau è uno dei miei autori (filosofi?) ottocenteschi preferiti. Leggendo alcune sue opere, come Walden ovvero la vita nei boschi, oppure Camminare, o il suo più noto Disobbedienza civile, ho maturato il mio trascendentalismo ‘moderno’. Conosciuto durante i miei studi universitari, non l’ho più abbandonato.

Nato in America nel 1817, muore nel 1862, dieci anni dopo la nascita di Alfredo. Non credo che il mio Alfie lo abbia conosciuto (intendo ‘letto’, anche perché non sapeva l'inglese, e dubito che vi fossero già delle traduzioni in francese, figurarsi in italiano!). Per certi aspetti penso però che ne avrebbe condiviso alcuni afflati di libertà individuale. Il fascino e l’attrazione che i boschi e la natura esercitavano su Henry sono molto simili a quelli di Alfie per le gite in bici, all’aria aperta, liberi di scegliersi la propria strada e le proprie soste.