lunedì 23 giugno 2014

La biblioteca

Questa è parte della sua vasta biblioteca che custodiva gelosamente nella sua dimora del Cardello, a Casola Valsenio.

Alfredo, esattamente come il sottoscritto, è un divoratore di libri, abbastanza onnivoro. Passati i suoi cinquant’anni, la sua biblioteca presenta quasi seicento libri. Per l’epoca è una cifra considerevole. Fra questi gli immancabili ed amatissimi Dante, Shakespeare ed il suo contemporaneo Tolstoj. È grande lettore di Balzac, che apprezza assieme ad Hugo, Baudelaire, Zola, Dumas figlio, Maupassant, Flaubert, Stendhal, tra i francesi. Tra i russi, oltre all’immenso Tolstoj anche Gor’kij, Puškin e Dostoevskij. Di quest’ultimo possiede la prima traduzione di quell’ineguagliabile capolavoro che è Delitto e castigo, scritto nel 1866 e pubblicato in Italia da Treves nell’89. Romanzo che anch’io adoro, e che lessi oltre trent’anni fa d’un sol fiato, “dimenticando il tempo e l’appetito”, come direbbe Silone. Niente tedeschi e pochi spagnoli. Diversi inglesi, alcuni nella loro traduzione francese, l’unica lingua straniera che riesce a comprendere, credo. Vi sono Poe, Scott, Dickens, Byron e lo ‘scandaloso’ (almeno per quei tempi) Oscar Wilde (con Salomé e Dorian Gray). Prevalgono, ovviamente, gli italiani, fra i quali, oltre al ‘sommo poeta’, anche Leopardi, Foscolo, De Amicis, Fogazzaro, Nievo, Tarchetti e il suo apprezzatissimo Verga, soprattutto quello dei Malavoglia. Infine l’amato/odiato Carducci, con cui ha dotte discussioni ed alterchi epistolari, credo. Ma non va trascurato in quella cospicua biblioteca un anonimo Manuel de Velocipidité in lingua francese.  E’ molto probabile che da questo abbia appreso le tecniche indispensabili di manutenzione della sua bici.

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