mercoledì 9 luglio 2014

Fecondità o putredine?

Spesso Alfredo si chiede come mai i suoi libri non vendano e la critica coeva non lo consideri. I suoi detrattori si affrettano a sostenere che nel pur cospicuo materiale prodotto da Alfredo ci sia poco o nulla di buono. Ma allora perché autorevoli monumenti della critica come De Amicis, Serra, Croce o Gramsci stesso spendono per lui parole di elogio?


Con severo tono autocritico (o auto commiseratorio?), nel novembre del 1899 Alfredo scrive ad un amico di Santarcangelo, tale dottor Salvatore Montanari: “ho tre volumi inediti sul tavolo, ieri consegnai un dramma. E’ fecondità? E’ putredine?”. L’atroce dubbio non è solo questione di modestia, credo. E’ qualcosa di più, che ha a che fare anche con la natura assai complessa (o forse complicata) del suo carattere. Della sua psicologia.

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