venerdì 11 luglio 2014

Professio fidei cyclistica

La mia passione per la bicicletta, come la sua, giunge in età avanzata, ma non per questo meno forte, meno avvertita, meno coinvolgente.

Sono più vecchio di Alfredo. Ho fatto la mia professio fidei cyclistica, come la definisce con pomposa e simpatica ironia Ennio Dirani (che su Alfredo ha steso fiumi d’interessante inchiostro) solo pochi anni fa, quindi oltre un decennio dopo di lui. Ma come lui, ho cominciato inforcando solo bici a scatto fisso. Per lungo tempo non ho provato l’emozione di inerpicarmi per un erto pendio agevolato dai comodi rapporti di velocità. O quella di scalpitare giù per un ripido declivio, a ruote libere e rassicurato da due potenti freni, anteriore e soprattutto posteriore. Amo passare con la mia bici fissa nel viale a lui dedicato nel mio marittimo buen retiro, offrendogli ogni volta un affettuoso ricordo. Trascorro molto del mio tempo libero in una traversa di Viale Oriani, una strada dedicata ad un altro nome fin troppo evocativo e letterario, Viale Dante. Ineluttabilità del destino? O ironia della sorte? Entrambe, forse.

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