martedì 22 luglio 2014

Parto anch'io con la mia bici fissa?

In un primo tempo avevo deciso di partire con la bici fissa che mi sono assemblato qualche anno fa: un telaio Cinelli Gazzetta da pista, una guarnitura Campagnolo, un manubrio Nitto, pedali con puntapiedi, un freno anteriore. E il mio pur minimo bagaglio in uno zainetto, sulle spalle. Insomma, in tutto e per tutto simile alla Prinetti&Stucchi di Alfredo.
Poi, dopo aver tentato qualche sortita in collina, ho capito che non ce l'avrei mai fatta. Il mio sarebbe diventato probabilmente un viaggio perlopiù compiuto CON la bici, ma non SULLA bici, ovvero per lunghi tratti a piedi. Così, in considerazione della mia situazione anagrafica e del mio modesto allenamento, ho rinunciato a partire in fissa.


Quanto alla bici con cui avevo deciso di affrontare il percorso battuto oltre centoventi anni fa dall’amico Alfredo, l’ho assemblata tutta da solo. Con passione e dedizione, ho scelto accuratamente fra i componenti migliori. Per i cultori della materia (e chiedo venia agli altri: non li biasimerò se vorranno saltare questo paragrafo un po’ tecnico) dirò che si tratta di un telaio moderno della Cinelli. È realizzato con tubi di un bel colore grigioazzurro, ovviamente in ottimo acciaio Columbus. Questi tubi sono fra i più affidabili tra quelli reperibili oggi sul mercato. Quel telaio recupera il disegno e le geometrie di un vecchio modello da pista, ormai leggendario, denominato non casualmente ‘Gazzetta’. La bibbia (allora come oggi) del giornalismo ciclistico.

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