In realtà Alfredo non aveva politicamente alcuna tendenza ad
identificarsi in movimenti ideologici di massa, in rapida crescita all’epoca.
Secondo me la sua passione politica si manifestava in forme del tutto personali
e soggettive, quasi élitarie, che rifuggevano l’irregimentazione e favorivano
perfino un certo anarchismo individualista. Sbaglierò e verrò smentito dai
‘dotti studiosi’, ma l’impressione che ho maturato nel leggere alcune sue opere
politico/filosofiche e nell’indagare sulla sua curiosa vita pubblica e privata
rimarrà questa.
In politica Alfredo è una figura che rifugge ogni tentativo
di etichettatura. Anche per questo mi appassiona e mi intriga. Sempre ispirato
alla libertà della scelta individuale. Originale, talvolta perfino un po’
stravagante. Segue sempre il suo fiuto personale, la sua coscienza.
Difficilmente si uniforma alle mode e alle tendenze in voga. Essendosi
candidato – ma invano – ad entrare in Parlamento, gli viene beffardamente
chiesto dai suoi oppositori a quale posto siederebbe in caso di successo, se a
sinistra o a destra. Ed egli risponde laconicamente, fiero e sprezzante,
ironico e pungente, disinnescando con sagace ironia l’insidiosa e perfida
domanda: “al mio”.
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